Warning: file_exists(): open_basedir restriction in effect. File(/hooks.php) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/psiconline.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/psiconline.it/formazione.psiconline.it/administrator/components/com_sh404sef/vendor/weeblr/wblib/v2/packages/system/autoloader.php on line 208
Watzlawick e gli Assiomi della Comunicazione Umana | Uno sguardo esperto

Uno sguardo Esperto


Warning: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable in /var/www/vhosts/psiconline.it/formazione.psiconline.it/templates/gk_university/html/com_content/article/default.php on line 15

Watzlawick e gli Assiomi della Comunicazione Umana

WatzlawickPaul Watzlawick e il gruppo di ricerca dell’Mental Research Institute della Scuola di Palo Alto (California), hanno studiato a lungo la comunicazione e i suoi effetti e hanno poi pubblicato i loro risultati in un testo, Pragmatica della comunicazione umana, divenuto oramai un indispensabile per chi si occupa di scienze umane e non solo. Questa pubblicazione, che risale oramai a 50 anni fa, ha gettato le basi per tutti i futuri studi sulla comunicazione che da allora sono aumentati in maniera esponenziale.


In particolare in questo testo vengono identificate alcune proprietà della comunicazione, i 5 assiomi della comunicazione. Vediamoli insieme uno ad uno:

1. Non si può non comunicare.
Ogni comportamento comunica qualcosa e, dato che è impossibile avere un non-comportamento, la non-comunicazione è impossibile. Qualunque cosa tu faccia o dica, comunichi qualcosa di te agli altri, che tu lo voglia o meno.

2. In ogni comunicazione si ha una meta comunicazione che regolamenta i rapporti tra chi sta comunicando.
Quindi secondo questo secondo assioma all’interno di ogni comunicazione vanno distinti due livelli. Il primo livello è relativo al contenuto della comunicazione ovvero relativo a cosa stai comunicando. Il secondo livello riguarda invece la relazione, dice che tipo di relazione vuoi instaurare con la persona a cui ti rivolgi. E’ il contenuto determina la relazione: “Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione, di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi meta comunicazione” (Paul Watzlawick, J.H Beavin, D.D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, casa editrice Astrolabio, 1971, p. 47).

3. Le variazioni dei flussi comunicativi all’interno di una comunicazione sono regolate dalla punteggiatura utilizzata dai soggetti che comunicano.
Il terzo assioma della comunicazione ci dice che una comunicazione viene interpretata in base alla punteggiatura, alla sequenza delle comunicazioni fatte. Per “punteggiatura della comunicazione” qui non ci si riferisce ai segni di interpunzione, come si potrebbe pensare ad una prima lettura, si indicano invece le diverse possibilità di interpretazione che un evento comunicativo può avere. In ogni relazione esiste uno scambio continuo di atti comunicativi, e questo fa sì che ci si influenzi a vicenda continuamente. Nella vita di coppia, ad esempio, diventa difficile capire “chi influenza chi” e si corre il rischio di osservare la situazione esclusivamente dal proprio punto di vista. In particolare, nelle relazioni critiche, o conflittuali, può accadere che si ritenga in torto sempre e solo l’altra parte, come conseguenza di una distorta visione della punteggiatura nella relazione.

4. Le comunicazioni possono essere di due tipi: Analogiche e Digitali.
Questo assioma differenzia due tipi di comunicazione:

  • (a) quella analogica che si basa sulla somiglianza (analogia) tra la comunicazione e l’oggetto della comunicazione (comunicazione non verbale e uso di immagini);
  • (b) quella numerica o digitale che riguarda invece l’uso di segni arbitrari organizzati da una sintassi logica (le parole).

5. Le comunicazioni possono essere di tipo simmetrico o di tipo complementare.
L’ultimo assioma stabilito da Watzlawick e colleghi spiega che esistono

  • (a) comunicazioni simmetriche, nelle quali gli interlocutori si considerano di pari livello, sullo stesso piano e nessuno sembra voler prevalere sull’altro (ad esempio amici o colleghi di lavoro) e
  • (b) comunicazioni complementari nelle quali invece gli interlocutori si pongono su piani differenti, una posizione è considerata superiore e l’altra subordinata (esempio le interazioni tra dipendenti e superiori o quelle tra madre e figlio).

 Articolo scritto dalla dott.ssa Francesca Di Girolamo

 

Se hai trovato interessante il nostro articolo ti invitiamo a condividerlo con i tuoi amici o a cliccare "mi piace" qui sotto.

Per noi è molto importante. Grazie.


 

 

Votazione Globale (1)

5 su 5 stelle

Posta commento come visitatore

Allegati

Location

Share:
Rate this article :
0

Persone in questa conversazione

  • Ospite - Giorgia

    Ho letto questo articolo e l'ho trovato sintetico ma assolutamente interessante poiché riesce a sintetizzare bene i principi di base stimolando contemporaneamente il desiderio di saperne di più.
    Bravi... :)

    Voto 5 su 5 stelle

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna