Le Microespressioni Facciali
Le Microespressioni Facciali sono dei rapidi segnali che compaiono sul volto delle persone come "proiezioni" delle emozioni provate e sono causate da contrazioni di gruppi di muscoli presenti sul volto.
Possono durare solo 1/25 di secondo e per questo rivelano le emozioni in modo inconscio, istantaneamente.
Paul Ekman ha dimostrato che le espressioni facciali e le emozioni non sono determinate dalla cultura di un posto o dalle tradizioni ma sono universali ed uguali per tutto il mondo, ciò indica che quindi sono di origine biologica. Nel 1972, seguendo una tribù isolata dal mondo in Papua Nuova Guinea, catalogò quelle che definì espressioni di "base" universali ovvero:
- Rabbia
- Disgusto
- Tristezza
- Gioia
- Paura
- Sorpresa
Nel 1978 Ekman e Friesen introducono il Facial Action Coding System (FACS), un sistema di analisi anatomica dei movimenti osservabili dei muscoli del volto correlati con l'espressione facciale delle emozioni. Il sistema analizza le espressioni facciali scomponendole in 44 piccole unità d'azione (action unit - AU).
A loro volta, queste unità vengono suddivise in due aree:
una superiore, che comprende fronte, sopracciglia e occhi,
e una inferiore, che comprende guance, naso, bocca e mento.
In tal modo, ogni movimento mimico complesso può essere analizzato attraverso le unità d’azione che lo compongono. Nella nuova versione del 2002, le Action Unit vengono classificate anche in base al grado della loro intensità, misurata su una scala di tipo Likert a 5 punti e identificati con le lettere dalla A alle E, dove A corrisponde al solo accenno del movimento, ed E alla sua massima intensità.
Il FACS è però uno strumento meramente descrittivo. Ekman e Friesen creano uno strumento per l'interpretazione delle Action Unit conosciuto come EMFACS. L’EMFACS utilizza le principali Action Unit per ricostruire il significato emotivo di un’espressione. Include sia le Unità singole che le combinazioni delle stesse. Un ulteriore strumento è stato in seguito elaborato da Oster nel 1993, il Baby F.A.C.S., adattamento per i neonati e bambini piccoli del FACS di Ekman e Friesen. Esso prende in considerazione le particolarità della muscolatura facciale dei bambini, chiaramente diversa per struttura, fin dai primi giorni di vita. L'utilizzo di questo e altri strumenti può facilitare il riconoscimento delle menzogne.
Il CBCA (Criteria Based Content Analysis) ad esempio rappresenta un valido strumento per l'analisi del contenuto di un affermazione e ne valuta la qualità. Il principio alla base è che il racconto di un evento realmente vissuto sia qualitativamente differente da quello di un evento inventato. Questo perchè inventare un evento, qualcosa di mai accaduto, comporta un massiccio utilizzo di energia cognitiva per controllare quello che viene detto.
La Psicologia della menzogna è un tema molto in voga negli ultimi anni, che affascina per la sua stessa natura e su cui si scrive molto.
Ma bisogna fare attenzione a lasciarsi guidare da teorie tanto affascinanti se e quando non sono basate su studi e ricerche rigorosamente scientifici.
Se hai trovato interessante il nostro articolo ti invitiamo a condividerlo con i tuoi amici o a cliccare "mi piace" qui sotto.
Per noi è molto importante. Grazie.
Commenti
- Nessun commento trovato
Login per inviare un commento
Posta commento come visitatore