Leadership e sicurezza di sé
Una leadership carismatica mostra di avere specifiche caratteristiche che rendono un leader inattaccabile, anche quando non lo è.
Solo perché qualcuno assomiglia ed agisce come un capo, non vuol dire che egli sappia di cosa stia parlando.
In una recente serie di esperimenti, gli psicologi Connson Locke (London School of Economics and Political Science) e Cameron Anderson (University of California, Berkeley) hanno trovato, infatti, che le persone che mostravano un linguaggio del corpo autorevole e sicuro di sé tendevano a primeggiare nel prendere decisioni, anche quando le loro idee erano completamente sbagliate.
“Le persone interpretano un comportamento non verbale sicuro di sé come un segno di competenza e capacità. L’effettiva competenza degli individui risiede dentro di loro ed è nascosta agli altri, così costoro sono costretti, spesso, a giudicare le capacità altrui sulla base di indizi superficiali, come il comportamento non verbale, l’apparenza o lo stile comunicativo”, spiegano Locke ed Anderson. “E’ stato dimostrato che i gruppi promuovono sistematicamente coloro che sono sicuri di sé, anche quando lo sono troppo, a posizioni di potere e validità”.
I partecipanti del loro studio, infatti, tendevano ad assumere che la sicurezza di sé voleva dire che qualcuno era anche più competente, un’assunzione che, alla fine, li portava a non parlare, esprimendo poche delle loro impressioni ed idee, ed a trattenersi da critiche costruttive nei suoi confronti.
“Le persone facevano riferimento alle opinioni dell’individuo sicuro di sé ed autorevole anche quando sbagliava, finendo col prendere decisioni comuni non ottimali”, hanno spiegato i ricercatori.
Gli esperimenti ed i risultati.
Nel primo dei loro tre esperimenti, Locke ed Anderson testarono se l’atteggiamento sicuro di sé di un individuo poteva sviare un intero gruppo. 86 studenti del college lavorarono insieme in coppie di “manager” e “supervisionati” in un negozio di video. La persona che agiva come commesso eseguiva una serie di compiti ripetitivi, come inserire i volantini nelle buste e metterle in ordine alfabetico, mentre il “manager” supervisionava il loro lavoro.
Essi furono, poi, ripresi, mentre discutevano le possibili soluzioni che potevano migliorare le attività del negozio.
Dei codificatori indipendenti valutarono gli studenti, in entrambi i ruoli, per quel che riguardava il contatto visivo, la postura del corpo, il volume della voce e la sicurezza di sé non verbale complessiva.
I dati rivelarono una chiara associazione: più era sicuro il linguaggio del corpo del supervisore, meno la sua controparte partecipava alla discussione.
In un secondo esperimento, gli studenti lavorarono con un altro “supervisore” (che era, in realtà, un complice degli sperimentatori) per selezionare i curriculum dei candidati. Costoro, per metà del tempo mostravano un comportamento sicuro di sé, attraverso contatto oculare forte, gesti ampi e voce alta, mentre, per il resto del tempo, avevano un atteggiamento più mite, parlando con calma ed evitando il contatto oculare.
Alla fine del compito, il supervisore commetteva un errore, assumendo il candidato meno qualificato. Egli, comunque, chiedeva sempre al suo subordinato un suggerimento per la decisione finale riguardo l’assunzione.
Come nel primo studio, i partecipanti davano meno input quando il complice mostrava un linguaggio del corpo sicuro, rispetto a quando mostrava un comportamento timido, anche se ciò portava all’assunzione della persona sbagliata. Costui, inoltre, era percepito come più competente, quando aveva un atteggiamento più deciso.
“Sottolineiamo una sfortunata ironia: un comportamento non verbale sicuro aiuta gli individui ad ottenere posizioni di potere perché li fa apparire più competenti. Inoltre, una sicurezza eccessiva può fornire dei benefici sociali all’individuo”, concludono Locke ed Anderson. “In più, quando questi individui ottengono una posizione autoritaria, il loro tipo di atteggiamento può inavvertitamente frenare la partecipazione da parte degli altri, proprio perché appaiono più preparati.
L’eccessiva sicurezza può comportare, così, degli svantaggi per il gruppo, per la stessa ragione per la quale fornisce benefici all’individuo”.
Fonte: PsychologicalScience.org
(Traduzione ed adattamento a cura della Dottoressa Alice Fusella)
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