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Il potere della voce | Le News

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Il potere della voce

voceUn  aspetto della comunicazione che non viene mai abbastanza evidenziato nella sua importanza è la voce. Se desideriamo che gli altri ci ascoltino sempre con interesse, se vogliamo risultare efficaci e comunicativi quando parliamo, è importante curare l’uso della voce. E’ lo strumento attraverso cui comunichiamo con il mondo, ma non solo. La voce infatti parla di noi, esprime ciò che siamo, racconta la nostra personalità, le nostre emozioni. 

Imparare ad usare consapevolmente la nostra voce ci permetterà di migliorare il nostro eloquio che risulterà più elegante, armonioso, affascinante e potremmo constatare personalmente un effetto sorprendente: le persone ci ascolteranno. La sensazione di essere ascoltati a sua volta produce in noi una sensazione di benessere ad autostima che va ad alimentare il processo di miglioramento della nostra vita e da lì è tutto un crescendo. Ma essere ascoltati è importante anche per un altro aspetto. Ci dà la possibilità di indurre un cambiamento, di persuadere!
Definiamo la persuasione come qualsiasi atto comunicativo che abbia lo scopo (di per sé né buono né cattivo) di indurre intenzionalmente cambiamenti nelle credenze, nelle opinioni, negli atteggiamenti e/o nel comportamento delle persone, siano esse gruppi o singoli individui.
La capacità di attrarre e di persuadere con la voce dipende da una varietà di fattori. Vediamo ne qualcuno.

Le pause.
La pausa è un vuoto di parole e di suono che se ben gestito, può sottolineare, dare un carico emotivo a ciò che viene detto.
Goldman e Eisler (1968) sono stati i primi a ipotizzare l’importante ruolo delle pause soprattutto per la pianificazione di un discorso. Per capirne la porta basti pensare al fatto che costituiscono circa la metà di un discorso. Argyle distingue tra pause brevi, quelle inferiori a un quinto di secondo, usate per dare enfasi al discorso e pause lunghe, che segnalano congiunzioni grammaticali, come la fine di una frase (Argyle, 1992). Esistono inoltre pause piene e pause vuote: le prime dette anche non silenti perché realizzate attraverso l’emissione di vocalizzi (uhm, mhm e via dicendo) servono per organizzare il discorso in tempo reale; le seconde dette anche silenti, sono caratterizzate invece dall’assenza totale di attività vocale e donano un senso di autenticità alle parole, ne trasmettono la carica emotiva (Burgoon, Buller e Woodall, 1996).

La parola giusta può essere efficace, ma nessuna parola è mai stata efficace come una pausa al momento giustoMark Twain

Il suono.

Il suono è la sensazione data dalla vibrazione di un corpo in oscillazione che si propaga nell'aria e raggiunge l'apparato uditivo dell'orecchio. Nello specifico, la membrana timpanica subisce variazioni di pressione e vibra creando una sensazione "uditiva". Tre sono i caratteri fisici del suono: l’altezza, l’intensità e il timbro.
L’altezza è determinata dalla frequenza delle vibrazioni del suono. Più la frequenza è alta, più il suono viene percepito come acuto, più è bassa, e più viene percepito come grave.
L’intensità è determinata dall’ampiezza delle vibrazioni. Maggiore è l’ampiezza della vibrazione, più intensa risulterà l’esperienza sonora.
Il timbro è caratterizzato dalla forma d’onda. Il timbro indica la sorgente (voce, fiati, percussioni, archi, ecc.) e ne descrive le qualità sonore (metallica, legnosa, ovattata, ecc.).

Le emozioni.
L’emozione è una risposta multidimensionale ad uno stimolo ambientale che provoca cambiamenti su tre livelli: fisiologico (ad esempio alterazioni respiratorie e cardiache), comportamentale (espressioni facciali, postura o reazioni come ad esempio attacco e fuga) e psicologico (l’esperienza soggettiva che facciamo dello stimolo ambientale in questione).
Le emozioni sono importanti nella comunicazione perché, come abbiamo visto, producono variazioni che influenzano infine anche l’apparato vocale. Quando si prova collera ad esempio la frequenza della voce è più alta e le pause sono molto brevi o addirittura assenti; la paura invece porta ad un aumento della frequenza media della voce, della sua variabilità e della sua estensione; quando si prova tristezza la frequenza e l’intensità della voce si abbassa, sono presenti numerose pause e l’articolazione è rallentata; quando invece si prova gioia assistiamo ad un aumento sia della frequenza che dell’intensità, una tonalità acuta della voce e un’accelerazione del ritmo di articolazione; infine quando si prova disgusto la voce subisce un aumento della media della frequenza e un rallentamento della velocità dell’eloquio (Toni, 2011).

Da quanto detto finora risulta chiaro quale sia il peso della voce nella comunicazione e quanto sia importante saperla allenare, saperla usare in modo cosciente. In Europa, tradizionalmente, il lavoro per migliorare la qualità della voce è svolto da diverse figure professionali, coaching della voce, insegnanti di tecniche teatrali, maestri di canto, logopedisti, i quali utilizzano differenti tecniche (tecniche di respirazione, esercizi muscolari, esercizi di pronuncia…) alcune delle quali piuttosto articolate. Un percorso terapeutico come quello della logopedia non è riservato solamente a chi ha problemi di fonazione così come le tecniche di canto non sono rivolte solamente ad un pubblico di aspiranti cantanti: la voce è parte integrante dell’espressione di ogni essere umano, pertanto, possedere una voce integrata con le nostre caratteristiche psicofisiche e capace di adattarsi alle esigenze di comunicazione del momento è un vantaggio per chiunque.

Articolo della dott.ssa Francesca Di Girolamo

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  • Ospite - Guido

    Un articolo molto interessante che vale la pena di far conoscere. :)
    Grazie.

    Voto 5 su 5 stelle

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