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Test del Confine I.Co.S.: Intervista a Loretta Sapora | Formazione

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Test del Confine I.Co.S.: Intervista a Loretta Sapora

test Icos

Il Test del Confine I.Co.S. è un test semiproiettivo che studia le caratteristiche del "confine della struttura psichica", del Sé. E' uno strumento utile anche per avere preziose indicazioni sullo stile di gestione delle relazioni dentro/fuori e tra le parti interne perchè individua 7 differenti tendenze di base: isolamento, dipendenza, selettività/rispetto, suscettibilità/diffidenza, aggressività, mobilità/ mutevolezza, fragilità/esposizione. Di seguito l'ntervista alla dottoressa Loretta Sapora, Autrice del Test.

Domanda: Che cosa si intende con il termine “Confine del Sé”?

Il “Confine del Sé” è un concetto che, attraverso una metafora spaziale, definisce un elemento fondamentale della struttura psichica: quello che determina il nostro particolare stile di relazione con gli “oggetti” (sia le persone che le cose, concrete o astratte) significativi del mondo esterno, ed anche la natura della relazione tra le diverse parti del mondo interno (classicamente indicate come Io, Es, Super-Io)

Domanda: Come nasce il Test del Confine, l’I.Co.S.?

Mi sono interessata fin dalla mia tesi di Laurea allo studio del rapporto con il cibo ed alla sintomatologia dei disturbi alimentari: in quel settore l’importanza della dimensione psicofisica dello spazio interno e dei suoi confini è fondamentale.
Fu proprio a partire dal disegno libero di una mia paziente bulimica che mi resi conto di come un test grafico riuscisse a descrivere il vissuto del “Confine di Sé” molto più facilmente ma anche molto più efficacemente e finemente di quanto non si riuscisse a fare, per esempio, analizzando le risposte al Test di Rorschach con la Scala di Barriera e Penetrazione di Saraceni e Ruggeri.

Test del Confine

Domanda: Che cosa rappresentava dunque il disegno della sua paziente?

La ragazza stava cercando di spiegarmi il suo vissuto del “limite”, e visto che non era semplice esprimerlo a parole, le chiesi di provare a disegnare quello che voleva dirmi.
L’immagine che elaborò rappresentava un muro circolare che, attraverso le particolari caratteristiche della sua struttura e alcuni elementi grafici aggiuntivi, descriveva con grande chiarezza ed efficacia la qualità delle sue relazioni con il mondo esterno: nel caso specifico, dominava il senso di invasione, un tentativo di difesa verso l’intrusione che risultava costoso ed in sostanza inefficace ed infine il senso di vuoto di chi vive in una casa interio

re così usurpata da non aver posto per contenere le “cose” proprie.

Domanda: Quale fu il passaggio successivo?

Con l’aiuto di alcuni colleghi, cominciai a raccogliere un gran numero di disegni del confine; alla fine, dopo alcuni anni, analizzando le caratteristiche di tutti i disegni, mi resi conto che si potevano individuare 7 caratteristiche strutturali di base.
Gli elementi caratteristici di queste tipologie sono stati elaborati graficamente e le relative immagini sono riprodotte nelle 7 Tavole che si usano per la somministrazione del Test del Confine.

Domanda: Come si somministra il test, e quanto tempo richiede la somministrazione?

La persona deve scegliere tra le 7 figure quella che rappresenta il suo confine; poi segue un breve questionario di inchiesta che serve a definire molto dettagliatamente le caratteristiche del proprio confine e l’impressione che si ha degli altri tipi di confine presentati.
La somministrazione dura circa 15-20 minuti; quando il test si usa in ambito clinico, la restituzione avviene subito dopo la somministrazione: nello spazio di una seduta quindi il paziente prende piena coscienza del suo abituale stile relazionale, cogliendone sia le criticità che i vantaggi.

Domanda: Quali profili individua il test?

L’I.Co.S. permette di evidenziare 7 caratteristiche dominanti nello stile relazionale: Isolamento, Dipendenza, Aggressività, Selettività/Rispetto, Fragilità/Esposizione, Suscettibilità/Diffidenza, Instabilità/Mutevolezza.

Domanda: Esistono relazioni precise tra profilo al Test del Confine e categorie psicopatologiche?

Bisogna innanzitutto considerare che il Confine scelto non definisce l’intensità quantitativa dell’esperienza ad esso collegata, ma solo la sua centralità nel vissuto dei rapporti dentro/fuori: quindi il Test non discrimina, di per sé ed in assenza di altre informazioni, tra personalità disturbata e personalità sufficientemente sana.
Inoltre, le dimensioni collegate ai Confini possono essere presenti in quadri patologici diversi, all’interno dei quali assumono particolari sfumature di significato ed intensità quantitativa (come l'Isolamento che profilo 1C, che fa tipicamente parte sia della Depressione Maggiore che del Disturbo Narcisistico della personalità).
Possiamo dire che un particolare tipo di disturbo trova, nella sua associazione con differenti scelte di Confine, la possibilità di esprimere diversi suoi aspetti peculiari, ognuno dei quali è particolarmente e meglio rappresentato nella persona che per l’appunto sceglie il Confine collegato a quel particolare aspetto (per esempio, il Disturbo Borderline trova nel Confine 5M la migliore rappresentazione della sua instabilità, ed in quello 2Sp la migliore rappresentazione della sua dipendenza).
E’ vero tuttavia che esistono alcune associazioni particolarmente frequenti tra tipo di Confine e categoria psicopatologica.

Domanda: Quali sono gli aspetti più interessanti del test?

L’esperienza clinica ha dimostrato che le 7 immagini di Confine colpiscono con forza l'immaginario e si fissano stabilmente nella memoria del paziente, con i relativi significati: costituiscono in tal modo una sorta di “richiamo” agli aspetti difensivi/disfunzionali o al contrario efficaci del proprio stile relazionale, indicando eventualmente la direzione da prendere per raggiungere un equilibrio migliore.

Attraverso il “gioco” del Confine, in effetti, il paziente riceve un rispecchiamento essenziale e chiaro, un messaggio analogico profondo ed immediatamente decodificabile, con una modalità che risulta gradita e “facile”.

Infine, il Test è molto utile per monitorare, attraverso la sua ripetizione in momenti diversi del processo terapeutico, i cambiamenti del paziente nella gestione delle relazioni con l’esterno e con il proprio mondo interno: questo confronto è vissuto con particolare interesse dai pazienti stessi.


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